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Uccelli Passeracei.

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Ciuffolotto messicano

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La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
(Ernesto Codignola)

Animali Insetti Passeracei

Introduzione Crocieri Crociere delle Pinete (Loxia pityopsittacus) Crociere Comune (Loxia curvirostra)  Crociera Fasciato (Loxia leucoptera bifasciata) Verdone Parocchetto (Psittirostra psittacea) Ciufolotti Ciufolotto Pappagallo (Paradoxornis flavirostris) Ciuffolotto delle Pinete (Pinicola enucleator)

Ciuffolotto Roseo (Carpodacus roseus) Ciuffolotto Carminio (Carpodacus erythrinus) Ciuffolotto della Siberia (Uragus sibiricus) Ciuffolotto del Deserto o Trombettiere (Erythrospiza githaginea) Ciuffolotto (Pyrrhula vulgaris) Verzellino (Serinus canarius serinus) Canarino (Serinus canarius canarius)

Fringuelli Fringuello Comune (Fringilla coelebs) Peppola (Fringilla montifringilla) Fringuello Alpino (Montifringilla nivalis) Fringuello d'Inverno (Nyphaea hiemalis) Fanello Comune (Carduelis cannabina) Fanello Montano (Carduelis montium) Organetto (Carduelis linaria) Lucarino (Carduelis spinus)

Cardellino (Carduelis carduelis) Cardellino Americano (Carduelis tristis) Passeri Passero Domestico o Passero Oltremontano (Passer domesticus) Passero Italiano (Passer italiae) Passero Spagnolo (Passer hispaniolensis) Passero delle Paludi (Passer salicicolus) Passera Mattugi (Passer montanus) Passero Modesto (Pyrgitopsis simplex) Passero Dorato (Chrysospiza lutea)

Passera Lagia (Petronia petronia) Frosoni Verdone (Chloris chloris) Frosone (Coccothraustes coccothraustes) Frosone Vespertino (Hesperiphona vespertina) Geospiza  dal lungo becco (Geospiza magnirostris) Fringuelli Pappagalli Frosone dal petto rosso (Coccoborus ludovicianus) Cardinale della Virginia (Richmondenia cardinalis) Domenicano o Cardinale Ciufforosso (Paroaria cucullata) Ciuffolotto (Sporophila gyrinorhyncha) Fringuello Diademato (Catamblyrhynchus diadematus) Pitilo Ceruleo (Pitylus coerulescens) Fringuello Pappagallo del Brasile (Caryothraustes brasiliensis)

Capi (Saltator coerulescens) Rarita o Rara (Phytotoma rara) Tanagre Tanagra Ornata (Tanagra ornata) Tanagra Rossa (Pyranga rubra) Tanagra estiva (Pyranga aestiva) Calliste dalla Nuca Rossa (Calliste festiva) Tapiranga dei  Brasiliani (Ramphocelus brasilianus) Averla dalla Testa Nera (Lanio atricapillus) Guttarama (Euphone violacea) Amadine Amadina Fasciata (Amadina fasciata) Amadina dalla Testa Nera (Spermestes cucullata) Fringuello Porporino (Phrenestes ostrinus) Fringuello Cannaiolo dal  Petto Castano (Donacola castaneothorax) Fringuello Cannaiolo dalla Doppia Fascia (Donacola bivittata) Cloebia Mirabile (Chloebia mirabilis)

Uccello delle Risaie (Padda oryzivora) Fringuello dal Petto Giallognolo (Pytelia subflava) Fringuello Sanguigno (Logonisticta minima) Fringuello Variopinto (Emblema picta) Ipochera Orientale (Hypochera ultramarina) Bengali o Bengalino (Mariposa phoenicotis) Astrilda Ondulata (Astrilda undulata) Tessitori Tessitore Repubblicano (Philaeterus socius) Tessitore Giallo (Ploceus galbula) Baya o Tessitore di Giava (Nelicurvius baya) Dioch o Tessitore dal Becco Sanguigno (Quelea sanguinirostris)

Taha (Taha abyssinica) Tessitore dei Bufali (Textor erythrorhynchus) Tessitore dal Becco Bianco (Textor alecto) Tessitore di Dinemell (Textor dinemelli) Vedove Vedova dallo Strascico (Chera cafra) Vedova dagli Omeri Gialli (Coliuspasser flaviscapulatus) Vedova del Paradiso (Steganura paradisea) Vedova Domenicana (Vidua serena) Vedova Reale (Tetraenura regia) Fringuelli Zigoli Passero dalla Gola Bianca (Zonotrichia albicollis) Fringuello Mattutino (Zonotrichia mattutina) Passero Arboreo del Canada (Spizella canadensis) Fringuello delle Savane (Passerculus savannus) Fringuello Marittimo (Ammodromus maritimus) Zigoli Zigolo dal Ciuffo (Gubernatrix cristatella) Strilozzo (Emberiza calandra)

Zigolo Giallo (Emberiza citrinella) Ortolano (Emberiza hortulana) Zigolo Muciatt (Emberiza cia) Zigolo Capinero (Emberiza melanocephala) Migliarino di Palude (Emberiza schoeniclus)

Zigolo di Lapponia (Calcarius lapponicus) Zigolo della Neve (Plectrophenax nivalis) Lodole Calandra (Melanocorypha calandra) Calandrella (Calandrella brachydactyla) Lodola Mora (Melanocorypha yeltoniensis)

Lodola del Deserto (Ammomanes deserti) Lodola Zigolo dalla Testa Nera (Pyrrhulauda leucotis) Lodola Alpina (Eremophila alpestris) Cappellaccia (Galerida cristata) Tottavilla o Mattolina (Lullula arborea) Panterana o Lodola o Allodola (Alauda arvensis) Lodola Sentinella (Macronyx capensis) Lodola Corriera del Deserto o Lodola Becco Curvo (Alaemon alaudipes)

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VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - PASSERACEI

CROCIERE DELLE PINETE (Loxia pityopsittacus)

E' la specie di mole maggiore, misurando circa venti centimetri di lunghezza e trenta di apertura alare. Il becco assomiglia a quello dei pappagalli: alto, grosso, ricurvo, con le mascelle che terminano in due brevi uncini. Nel maschio adulto i colori sono compresi entro varie sfumature di rosso, con la parte inferiore del ventre biancastra e le penne caudali e remiganti grigio-nere con orli rossi. Nel maschio giovane il rosa chiaro generale si mischia al giallo-verde sul dorso e al giallo sul groppone. Le femmine sono generalmente grige, con gli orli delle penne verdi tendenti al giallo. Le penne caudali e le remiganti sono di un grigio più scuro. ln Italia, il Crociere delle Pinete non si vede che, rarissimamente, sulle Alpi.

CROCIERE COMUNE (Loxia curvirostra)

Gli viene anche attribuito il nome di «Becch'in croce», ed è più esile e debole del precedente: misura poco più di quindici centimetri di lunghezza, e circa venticinque di apertura alare. Ciò che lo distingue dal crociere delle pinete, con il quale ha in comune il colorito, è il becco, che è più lungo e sottile. Questa specie è più comune nelle nostre regioni: pressoché tutti gli anni giunge in Italia, specialmente nelle regioni settentrionali.

CROCIERA FASCIATO (Loxia leucoptera bifasciata)

Assai più raro delle due specie citate, se ne distingue per il becco ancor più sottile, per le dimensioni ulteriormente ridotte e per due fasce bianche che ne attraversano le ali. In Italia si vede molto raramente. Degli altri crocieri europei si può dire che siano semplicemente delle varietà delle tre specie nominate; mentre specie distinte sono quelle asiatiche e americane, queste ultime caratterizzate soprattutto dalla piccola mole, che ne fa considerare gli individui come i nani della famiglia. Si è precedentemente accennato al fatto che la presenza dei crocieri è condizionata all'esistenza di boschi di conifere: ciò spiega perché questi uccelli siano più numerosi nelle regioni settentrionali che nelle meridionali, e sui monti più che nelle pianure. Nelle loro escursioni arrivano spesso anche nei Paesi dell'Europa meridionale, nella Spagna e nelle Baleari; e quanto alle specie asiatiche e americane, non è da escludere un intercambio con quelle dell'Europa, dal momento che le barriere dello spazio sono assai labili per questi zingari del cielo. Sono uccelli socievoli, e anche nel periodo della riproduzione le coppie mantengono l'abitudine a sdegnare l'isolamento. Restano di solito sugli alberi; a terra scendono solo quando devono dissetarsi, oppure per beccare i coni caduti dagli alberi. Si arrampicano con grande destrezza, aiutandosi con il becco, e si sospendono con esso o con i piedi ai rami ed ai frutti: possono restare in tale scomoda posizione anche per lungo tempo. Sono in moto durante tutto il giorno: solo nella stagione più rigida posticipano alquanto l'ora dell'interruzione del sonno notturno, che normalmente è molto precoce. Volano abilmente, ma per tratti non troppo lunghi, con movimenti ampi e ondeggianti. Per estrarre dai frutti i semi di conifera, il Crociere è costretto ad usare il becco, che per la sua forma gli riesce molto utile: un solo movimento laterale della testa, infatti, è sufficiente a sollevare le squame del cono. Di solito il Crociere si appende al cono, oppure lo pone sul ramo di un albero e lo tiene fermo con le unghie robuste. Con la punta della mascella superiore vengono strappate le larghe squame di base; successivamente, il becco socchiuso viene sospinto al disotto di ogni squama che con un decisivo movimento è sollevata. Con la lingua la semente viene sospinta nel becco e dopo essere stata liberata dagli involucri, inghiottita. In questo lavoro, si direbbe che il crociere comune sia il più pigro, il meno metodico, poiché è raro che porti a compimento il lavoro di apertura e di ricerca. Di solito, dopo aver estratto qualche seme, si disinteressa di quelli rimasti ed attacca il cono successivo. A terra si vengono così a formare delle vere e proprie distese di coni ancora utilizzabili, tra i quali a volte l'uccello si aggira per ricavarne il cibo rimasto: e questo succede quando gli alimenti incominciano a scarseggiare sugli alberi. In questi casi, prima di mettersi in viaggio verso zone più provviste, i crocieri si adattano anche ad una dieta diversa, in cui rientrano le sementi delle piante oleose, della canapa, dei cardi, e talvolta anche gli insetti, specialmente gli afidi. Continuamente a contatto con i rami e con i frutti delle conifere, i crocieri sono naturalmente destinati a sporcarsi abbondantemente con le resine che vi si trovano diffuse: dopo ogni pasto impiegano parecchio tempo a ripulirsi ed a nettare il becco, sfregandolo con forza sui rami, e ciò nonostante, sono spesso come intonacati da un denso strato resinoso. La qualità del cibo ha poi conseguenze su quella della carne, che prende un odore cattivo e diventa, proprio per l'azione delle resine assorbite dal corpo, molto resistente alla putrefazione. La nidificazione avviene, tra questi uccelli, in tutte le stagioni dell'anno, nell'estate e durante gli inverni più rigidi. Il maschio lancia i suoi richiami alle femmine ponendosi sui rami più alti degli alberi, muovendosi e cantando come se volesse mostrarsi loro in tutta la sua bellezza. Il suo volo, in queste circostanze, acquista caratteri singolari: l'uccello si spicca dall'albero sulla cui sommità s'è insediato, si innalza con un leggero tremolìo delle ali, ondeggia e infine si riporta al luogo di partenza. Quando la scelta si è compiuta, i grandi branchi si dividono in coppie che peraltro continuano a tenersi le une vicino alle altre. Incomincia la costruzione del nido, stabilito nelle più diverse posizioni tra i rami degli alberi, con la sola, costante caratteristica di una localizzazione che dia la maggior garanzia di riparo dalla neve. Esternamente è fatto con ramoscelli secchi di abete, intessuti di fili d'erba, muschio o licheni; all'interno è rivestito di piume e di penne, mescolate con fili d'erba e foglie di pino. Le pareti sono spesse oltre due centimetri, e la cavità è profonda. In essa la femmina depone da tre a quattro uova piuttosto piccole, di fondo cinerino o azzurro con macchie e linee colorate in varie sfumature di rosso. Alla cova provvede la madre che, dopo aver deposto il primo uovo, non abbandona più il nido. Il compagno sta sempre accanto a lei, quasi volesse ripagarla della fatica alla quale da parte sua non è in grado di portare alcun sollievo: e provvede costantemente ad alimentarla. I nuovi nati vengono nutriti, nei primi giorni, con semi di pino o di abete precedentemente semidigeriti nel gozzo e man mano con semi più consistenti. La loro crescita è rapida, ma necessitano delle cure dei genitori per più tempo che altri passeracei: infatti, il becco non assume la forma ricurva fino a che l'individuo giovane non abbia imparato a volare; e poiché è proprio la sua forma caratteristica a consentirgli di spezzare i coni, il giovane Crociere ha assoluto bisogno dell'aiuto del padre e della madre. Queste cure durano per qualche tempo anche dopo i primi voli, poi cessano, e i giovani si ordinano in branchi assieme a quegli adulti che non sono occupati nell'incubazione. L'indole del Crociere è aperta alla fiducia: esso non teme gli altri animali del bosco, e neppure l'uomo, considerato amico. Ciò, naturalmente, rende molto facile, almeno nei primi giorni dopo l'arrivo, la sua uccisione e la sua cattura. I cacciatori lo sorprendono facilmente, con tutte le armi che hanno a disposizione, non ultimo il richiamo fatto con individui prigionieri: e questa facilità è aumentata dalla tendenza dell'uccello a non allontanarsi dai compagni uccisi o feriti. Il maschio che ha perduto la compagna rimane spesso sullo stesso ramo dove l'uccisione è avvenuta, e ritorna più volte a cercarla. Solo il frequente ripetersi delle minacce vale a renderlo, col tempo, più guardingo. Se procurano qualche danno, strappando le gemme degli alberi più giovani bisogna dire anche che da questi uccelli vengono non poche utilità: prima tra tutte, l'alleggerimento del carico eccessivo provocato dai frutti sui rami dei pini, che per questo potrebbero spezzarsi. Non va poi dimenticata la socievolezza dei crocieri quando si trovino in cattività: dimenticano rapidamente i loro liberi cieli, si affezionano al padrone e manifestano in mille modi il loro attaccamento.

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VERDONE PARROCCHETTO (Psittirostra psittacea)

Viene normalmente aggregato alla famiglia dei crocieri. Più ancora di questi ultimi mostra caratteri che lo rendono simile ai pappagalli, somiglianza di cui è traccia anche nel nome che scientificamente gli viene attribuito. Le proporzioni sono quelle del ciuffolotto, e si aggirano sui diciassette centimetri di lunghezza del corpo e sui nove di ogni singola ala. Il piumaggio è di un bel verde screziato di grigio sul petto; la testa e il collo sono gialli, mentre le penne caudali e quelle remiganti sono brune con gli orli verdi e il becco e le gambe sono color carne. Gli esemplari conosciuti sono molto scarsi, e poche sono le collezioni che ne sono in possesso.

CIUFFOLOTTI

Caratteristica comune a tutti i componenti di questa famiglia è il becco corto, grosso, convesso da ogni parte, con un piccolo uncino all'apice della mandibola superiore; i piedi piccoli, poco robusti; la coda poco intaccata, le ali di mediocre lunghezza, le piume acute, lunghe e piuttosto molli. I colori invece e la forma delle piume variano nelle varie specie della famiglia.

Ciuffolotto messicano

Ciuffolotto messicano

Ciuffolotto carminio

Ciuffolotto carminio

I Ciuffolotti vivono in tutte le parti del globo, specialmente nelle zone fredde e temperate, tranne che in Australia. Vivono nei boschi, nei cespugli, ma anche sulle rupi e nei deserti; si intrattengono tanto sugli alberi che sul terreno. Si cibano quasi esclusivamente di grani e semi di varie specie, di rado anche di gemme e di foglie. Abbastanza sviluppati organicamente, sono invece limitati nelle facoltà mentali. I Ciuffolotti vivono in buon accordo con gli altri uccelli di specie affini e sembra che possano affezionarsi anche all'uomo. Sono piuttosto goffi nei movimenti; il loro canto è monotono anche se è composto di suoni che, presi singolarmente, risultano gradevoli. Fabbricano il nido in posti ben nascosti sugli alberi o nelle fessure delle rupi. Il numero delle uova va da un minimo di quattro ad un massimo di sei.

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CIUFFOLOTTO PAPPAGALLO (Paradoxornis flavirostris)

Questo uccello singolare e poco noto vive nell'Asia meridionale con altre quattro specie finora conosciute. E' lungo circa ventiquattro centimetri compresa la coda, ed ha un'apertura d'ali di nove o dieci centimetri. Ha piedi forti, ali rotonde, coda graduata, piume morbide. Il becco non ha le caratteristiche precise del ciuffolotto comune ma presenta qualche affinità con quello dei pappagalli, così che si potrebbe pensare a questa specie come ad un anello di congiunzione tra i pappagalli e i ciuffolotti. E' un becco molto breve e grosso con le due mascelle all'incirca della stessa lunghezza; quella superiore non sporge sull'inferiore ed ha i margini sinuosi. La corporatura appare robusta. Le ali sono deboli e arrotondate, la coda è lunga e forte, forti sono anche i piedi con dita piuttosto corte, dalle unghie decisamente ricurve. Le piume molli e rade sono di un color bruno grigio, più chiaro inferiormente; bruno rossiccio sulla parte posteriore del capo e sulla nuca, con una fascia nerissima che attraversa la gola; nere anche le piume che ricoprono le orecchie; la faccia, il vertice, le gote, la gola sono bianchi con fasce scure. Il becco è giallo-lucido, i piedi grigio-piombo, l'iride rosso-bruna. Tutte le specie sinora conosciute di questo genere abitano le foreste dell'Himalaya. La nostra è propria dell'Assam e del Nepal. Vive sugli alberi e sui cespugli in gruppi nutriti. Si ciba di vari semi e volentieri anche di frumento, riso, mais e granturco.

CIUFFOLOTTO DELLE PINETE (Pinicola enucleator)

E' il più grosso fra i nostri passeracei. Ha una lunghezza di ventitré o venticinque centimetri, compresa la coda che ne misura circa otto, e una apertura di ali di circa venticinque centimetri; l'ala dalla piegatura alla punta è di dieci centimetri circa. Ha il becco convesso da ogni parte con la mandibola superiore uncinata, a margini piuttosto sinuosi; la mascella inferiore è tronca. I piedi sono corti e forti con dita robuste e unghie grandi; le ali chiuse giungono fino a un terzo della coda, che è mozza. Ha piumaggio piuttosto ricco di colore uniforme. Il colore dominante nel maschio adulto è un bel rosso che nel soggetto di un anno e nelle femmine volge al giallognolo. La gola è più chiara; le ali si ornano di due strisce bianche orizzontali. Ogni piuma è grigio-cenere alla radice, nericcia lungo lo stelo, rossa o giallo-rossa verso l'apice con macchie più scure nel centro ed è generalmente orlata di colore più chiaro. Le remiganti e le timoniere sono nericce con orli più chiari, specialmente sulle scapolari. Il becco è bruno sporco, più nero alla punta e più chiaro nella mascella inferiore; i piedi sono bruno-grigi e l'iride bruno-scura. Questo bellissimo uccello risiede in tutti i paesi settentrionali dell'Europa e dell'Asia. Una specie molto simile si trova nell'America settentrionale. Durante l'estate vive isolato in coppie, durante l'inverno si raduna in stuoli numerosi che percorrono i boschi e si avvicinano qualche volta ai casolari sperduti tra i boschi settentrionali; se per forti nevicate o altro straordinario avvenimento sono costretti ad emigrare, gli stuoli si riuniscono e diventano numerosissimi. Il loro soggiorno prediletto sono le foreste di piante resinose e specialmente quelle dove abbonda il ginepro. Sono animali socievoli: vanno insieme in cerca di cibo durante il giorno, e al calar della sera, sempre in drappelli, vanno in cerca di un ricovero. Anche verso l'uomo dimostrano confidenza e si lasciano catturare dalle trappole più grossolane. Se ne stanno tranquillamente a guardare il cacciatore o l'osservatore che si avvicina e non pensano alla fuga neppure quando vedono cadere i compagni. Si lasciano prendere persino con lacci attaccati a lunghe pertiche. Chi li ha osservati in libertà afferma che sono molto affezionati fra loro, più sentimentali che stupidi, poiché l'esperienza li ammaestra rendendoli diffidenti, timidi e prudenti. Il Ciuffolotto delle Pinete è un vero uccello arboricolo, che non ama stare sul terreno. Si arrampica con grande facilità e salta agilmente spazi abbastanza larghi. Ha il volo piuttosto rapido e ondulato, come quasi tutti gli altri passeracei; si libra sulle ali prima di posarsi. La sua voce è gradevolissima. Il grido di richiamo si direbbe una nota tratta da un flauto. In primavera specialmente, quando cominciano gli amori, la canzone diventa appassionata e melodiosa. E' molto facile addomesticarlo. Essendo di indole mite, si abitua presto alla prigionia e in pochi giorni impara a riconoscere il custode cui si affeziona; prende senza timore il cibo dalla sua mano, si lascia accarezzare e portare nella palma. Quando nella stessa gabbia sono insieme maschio e femmina, si colmano di reciproche cortesie e attenzioni. Purtroppo, per quanto sembrino rassegnarsi alla schiavitù, non la reggono a lungo, deperiscono e mal sopportano le stanze riscaldate. Dopo circa sei mesi di prigionia le penne perdono lo splendore dei colori e ingialliscono; la morte avviene al massimo dopo un anno. Abbiamo già detto del nutrimento di questa specie in libertà. In gabbia si nutre con semi di lino e avena, con bacche di ginepro e di sorbo. Non è molto esigente ma vuole cibo abbondante, essendo assai vorace. Nell'estate, probabilmente, si nutre a preferenza di insetti e di zanzare, e non è improbabile che allevi così anche i piccoli. Si hanno scarse cognizioni della sua riproduzione. Il nido viene intessuto con ramoscelli e steli di erba all'esterno, e all'interno persino con crini di cavallo; la covata può essere di quattro uova che si presentano di colore prevalentemente azzurro con zone bruno-rosse macchiettate di bruno-castano all'estremità ottusa. Sembra che sia la femmina a covare, mentre il maschio la intrattiene col canto.

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